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Milano, viaggi & street art
Categoria:

Viaggi

I viaggi sono da sempre una delle mie più grandi passioni. Non perché non amo il posto dove vivo (anzi, lo adoro), ma perché ho da sempre una grande curiosità. Mi piace vedere luoghi nuovi, incontrare persone nuove e conoscere la loro vita.

Spesso quando sono in viaggio mi prendo dei momenti in cui mi siedo da qualche parte e osservo. Sì, osservo ciò che accade, ciò che fanno le persone.
Oppure osservo dei paesaggi, delle costruzioni, dei monumenti. Il tutto sempre dedicando occhi e mente a ciò che sto osservando, per cercare di capirne tutti i significati.

I viaggi mi danno sempre un forte senso di libertà. Ho già una grande libertà nel mio quotidiano, ma quando evado mi sento veramente realizzato. Vorrei viaggiare sempre in posti diversi e descriverli per farli conoscere. O più semplicemente anche per condividere un’esperienza.

Ho deciso quindi di iniziare a scrivere per raccontare ciò che vedo.

Erbe officinali di Sale San Giovanni
Viaggi

Le erbe officinali di Sale San Giovanni

di Massimiliano Donghi 6 Luglio 2021
scritto da Massimiliano Donghi

Prendete un piano andato storto, aggiungete un consiglio ricevuto poco prima, cuocete il tutto per 30 minuti di consistenti ricerche online e infine condite con un pizzico di fortuna. Ah giusto, non dimenticate il Sale. Mi raccomando, non il sale normale, Sale San Giovanni.
No, non ho picchiato la testa dopo aver visto il programma di cucina della Parodi, ho semplicemente ricostruito la ricetta di un weekend di inizio estate dello scorso anno.

Ho sempre avuto una grande passione per i campi fioriti; dalle magnifiche distese di lavanda in Provenza al panorama colorato di Castelluccio di Norcia, dalle fioriture milanesi al giallo dei campi di colza e di girasole.
Così ho deciso di andare in un altro posto magico, nell’Alta Langa.

 

DOV’È SALE SAN GIOVANNI?

Sale San Giovanni è un piccolo paesino della provincia di Cuneo, in Piemonte, a due passi dalla Liguria lato ponente.
Quando dico “piccolo” è perché intendo veramente piccolo. Infatti Wikipedia segnala che gli abitanti di Sale sono 163.
Per arrivarci le soluzioni sono due: auto/moto o treno.
In auto sono circa 2 ore e mezza da Milano (poco più di 200km), mentre in treno, facendo praticamente il giro del Piemonte, sono 2 ore e 56 minuti con 3 tratte: Milano Centrale – Torino Porta Nuova, Torino Porta Nuova – Fossano, Fossano – Sale Langhe.
Volendo, per i più romantici, c’è anche la soluzione panoramica con vista mare e solo un cambio: Milano Centrale – Savona, Savona – Sale Langhe. Durata totale: 3 ore e 42 gioiosi minuti (direi che se uno non è maniaco del mare questa ipotesi può anche cancellarla).
Ad ogni modo fidatevi, qualunque soluzione scegliate per arrivare a Sale sarà tempo ben speso.

 

LE ERBE OFFICINALI

I campi di Sale San Giovanni sono una miniera d’oro per le erbe officinali. Oltre ai meravigliosi filari viola di lavanda che dominano le colline di questo incantevole angolo di Piemonte, i campi ospitano numerosi tipi di erbe officinali come Elicriso, Issopo, Salvia, Melissa, Finocchio, Enkir e molte altre ancora.

Ma è sempre stato così? No, e permettetemi un piccolo excursus di carattere storico.

L’Alta Langa, ubicata a due passi dalla Bassa Langa dei vini pregiati e confinante con l’entroterra ligure, è una zona dove l’industria non ha mai preso piede veramente e dove si è vissuto di agricoltura.
Da sempre considerata una zona povera, con terre difficili da coltivare a causa della scarsità di sostanze organiche e per via di una pendenza che rendeva complesse anche le operazioni più semplici, quando arrivano gli anni ’60 e ’70, con il richiamo delle industrie verso le città di Torino e Savona, i contadini si trasformano in operai e i campi coltivati diventano territori abbandonati.

Sembrava un destino segnato, ma poi una coraggiosa svolta ha cambiato tutto.

Torniamo però indietro un attimo nel tempo per capire come è avvenuto tutto ciò, grazie a storie che si intrecciano.

La prima tappa è l’anno 1890, quando nasce Carlo Domenico Prandi, ferroviere e uomo di grande cultura, con un’enorme passione per la botanica. Quando non si occupa di treni passa il tempo nei campi della sua residenza, dove oltre a coltivare le piante del posto crea un arboreto con specie sino a quel momento mai viste nella zona. Un giardino magico, dove ogni aspetto era fantasticamente curato.
Nel 1961 Prandi muore e quell’angolo di paradiso, in poco tempo, diventa un luogo desolato.

Dopo anni di abbandono, con il paese che si svuota sempre di più, sono due giovani salesi, Pierluigi Piovano e Romano Vadda a riscoprire l’incredibile valore dell’arboreto Prandi.

Negli anni successivi a Sale iniziano anche a cambiare le coltivazioni, si passa così alle erbe officinali, più adatte a quel tipo di terreno e utili per la creazione di oli essenziali per la cosmesi e aromaterapia.

Ad oggi le colture officinali sono una scommessa vinta, che ha reso Sale San Giovanni uno dei poli più interessanti in Italia in questo ambito.

Da alcuni anni poi si è sviluppato anche il turismo e sono stati creati diversi percorsi per visitare questa zona meravigliosa.

 

QUALE PERCORSO FARE?

Come indicato nella cartina creata dal Comune di Sale (qua sotto in PDF) è possibile seguire 4 percorsi diversi: 1 agripanoramico (percorso verde) e 3 di trekking (percorso azzurro, arancione e marrone).

  • VERDE (7,5km): è quello più facile e più utilizzato, composto da strada comunale asfaltata. 
  • AZZURRO (9,8km): il più lungo, diviso a metà tra sentieri e strade asfaltate.
  • ARANCIONE (9km): il più impegnativo, con sentieri e strade sterrate, ma a mio avviso il più bello.
  • MARRONE (1,1km): è il più breve, ma è imperdibile perché conduce all’arboreto Prandi.

Qui sotto è possibile visualizzare due cartine, in formato PDF, dei percorsi e di Sale San Giovanni:

  • Cartina percorsi aggiornata 2021 (PDF)
  • Cartina turistica Sale San Giovanni (PDF)

 

QUANDO VISITARE SALE

Premesso che, a mio parere, piccole realtà come Sale San Giovanni sono da visitare in qualsiasi periodo dell’anno, è anche vero che per lustrarsi gli occhi con i colori delle fioriture il periodo ideale va da metà giugno fino a metà luglio.
In queste settimane le colline dove si adagiano i campi offrono delle sfumature stupende che in un nanosecondo ti fanno dimenticare qualsiasi cosa.
E, cosa non da poco, che forse un po’ ormai sottovalutiamo a causa dell’utilizzo della mascherina, oltre alla grande varietà di colori c’è anche un gran numero di profumi inebrianti.

 

 

ALL YOU NEED IS SLOW (TOURISM)

C’è anche un aspetto negativo in tutto ciò. Nel 2020, a causa degli spostamenti “limitati” dalla pandemia, è ripartito il turismo all’interno dell’Italia. Il che è una cosa molto positiva, tuttavia il numero di visitatori è aumentato così tanto da mettere in crisi il sistema esistente.

Giusto per fare un esempio, le prime cose che ho notato arrivando alla partenza dei percorsi sono state:

  • un numero di macchine da casello di Melegnano a fine agosto;
  • un rumore di clacson da Corso Buenos Aires il venerdì sera alle 18;
  • una mandria di gente che si fa selfie in mezzo ai fiori calpestandoli nel peggiore dei modi.

Guardando il lato personale sono stato fortunato, perché appena arrivato è scoppiato un temporale copioso che, oltre ad avermi trasformato in una spugna ha fatto scappare chi passava di lì per “un selfie & fuggo”, lasciando così ampio spazio per camminare e fotografare. Ma detto ciò mi sono posto una domanda: vale davvero la pena buttarsi in questo casino nei weekend?

Sia chiaro, vale sempre la pena fare un giro a Sale San Giovanni, anche fuori dai percorsi delle erbe officinali, ma va fatto seguendo i suoi ritmi. Posti così piccoli hanno bisogno di slow tourism.
Sono da visitare durante la settimana, senza fretta. Lo smart working, per chi ne può usufruire, sta dando un’opportunità pazzesca da questo punto di vista.

Sfruttiamola.

Buon viaggio!

 

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6 Luglio 2021 0 commenti
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Viaggi

L’incanto di Castelluccio di Norcia

di Massimiliano Donghi 30 Giugno 2020
scritto da Massimiliano Donghi

Sono sempre stato stregato dal fascino del centro Italia e in particolare nella mia lista “luoghi da visitare assolutamente” c’era un posto fantastico: Castelluccio di Norcia.

Così, dopo un breve confronto con Google, a fine giugno dello scorso anno, ho deciso di partire per andare a visitare la zona, spinto dalla bellezza delle magiche fioriture dei campi di papaveri, lenticchie e altri fiori del periodo.

 

COME RAGGIUNGERE CASTELLUCCIO

Il modo migliore per arrivare a Castelluccio è utilizzare l’auto o la moto. Se ti piace pedalare e hai un buon allenamento sicuramente anche la bicicletta è una figata, però bisogna fare grande attenzione alle strade, soprattutto in discesa, in quanto qualche buca o tratti di asfalto sporco sono sempre presenti.

Io da Milano ho preso il treno ad alta velocità fino ad Ancona, da lì poi ho noleggiato un’auto e guidato fino a destinazione. Strada molto scorrevole, 150 km che passano veramente in fretta.

La Piana è raggiungibile da diverse vie, io ho scelto la SP477 con passaggio da Forca di Presta, la più comoda rispetto alla mia base che era ad Abetito. Il panorama eccezionale mi obbligava a fermarmi ogni due minuti per scattare una serie di fotografie. Grazie al sito Valnerinaonline è possibile anche avere in tempo reale tutte le informazioni sulle strade aperte per arrivare a destinazione.

QUANDO FIORISCE?

Solitamente se si parla di fioriture generalmente c’è un periodo variabile, ma comunque abbastanza preciso, che si può indicare. Per Castelluccio il discorso è un po’ differente in quanto le fioriture sono più di una e naturalmente sono asincrone.
Si inizia con il giallo della Senape a maggio, poi si passa qualche settimana più tardi al rosso dei Papaveri che viene gradualmente accompagnato dal bianco della Camomilla per poi passare a metà giugno al blu dei Fiordalisi e al viola degli Specchi di Venere.

Praticamente da metà maggio circa fino a metà luglio i campi continuano a cambiare colore e ad offrire spettacoli cromatici veramente formidabili, soprattutto quando si incrociano le varie fioriture. Ovviamente la durata e il periodo esatto delle fioriture dipendono e variano in base a temperature e precipitazioni dei mesi precedenti. Bisogna quindi sempre informarsi prima di partire, magari anche dando un occhio alla webcam di Castelluccio, ripristinata dopo il terremoto del 2016.

Il momento migliore, a mio parere, è quello a cavallo tra l’ultima settimana di giugno e la prima di luglio. In questo arco di tempo è difficile sbagliare. Visto il grande afflusso di turismo in quelle settimane consiglio, se possibile, di evitare i weekend e le ore centrali della giornata. Prima mattina e pomeriggio dopo le 18 circa sono gli orari più indicati.

Ovviamente però Castelluccio è molto più di una semplice piana colma di campi colorati. È un luogo unico, pacifico, bello da visitare in ogni periodo dell’anno, anche nei mesi invernali, quando freddo e neve sono padroni incontrastati e il turismo è molto meno presente.

 

 

DOVE FOTOGRAFARE

Sebbene mi venga quasi spontaneo rispondere con “ovunque“, la domanda non è affatto banale. Ho individuato quindi cinque punti ideali da dove fotografare le fioriture e non solo.

 

  • VIA MONTE VALLETTA

    Ideale con: grandangolo, teleobiettivo
    Quando: alba, pomeriggio, notte

    È una piccola via sterrata che parte dal centro paese e sale fino in cima alla montagna. La vista migliore però è circa a 300m dal paese. Da lì si domina la piana e con un bel grandangolo è possibile inquadrare tutti i campi colorati.
    Punto indicato soprattutto per scattare al sorgere del sole e nella seconda metà del pomeriggio con la luce a favore.
    Se invece per esempio si vuole fare un bel timelapse dell’alba o uno scatto notturno con protagonista la via lattea allora consiglio di salire più in alto, preferibilmente proprio in cima al monte.

  • INCROCIO PIANO DI CASTELLUCCIO

    Ideale con: grandangolo, macro
    Quando: mattino, tramonto

    Sì, è vero, per chi vuole scattare con calma è un incubo viste le tonnellate di umani selfiezzanti presenti in quel punto. Però è altrettanto vero che da lì si può fare il consueto scatto “postcard“, con il colle che sorge in mezzo ai prati. Meglio al mattino abbastanza presto, prima dell’invasione, oppure di sera, orario tramonto.
    Grandangolo per lo scatto da cartolina e macro per immortalare la bellezza dei singoli fiori.

  • SP477 DA FORCA DI PRESTA

    Ideale con: teleobiettivo, grandangolo
    Quando: mattino, tramonto

    Diametralmente opposta a via Monte Valletta la SP477 proveniente da Forca di Presta è perfetta per fermarsi a scattare con un teleobiettivo. A lato della strada infatti sono presenti numerosi piccoli spiazzi dove ci si può fermare a scattare con grande tranquillità, anche negli orari di punta in quanto la maggior parte dei turisti preferisce avvicinarsi ai campi.
    Interessante anche scattare al tramonto, magari con un grandangolo per riprendere tutta la piana.

  • RIFUGIO BELVEDERE

    Ideale con: grandangolo, supertele
    Quando: notte, mattino

    Sebbene anche di giorno la vista sia notevole è piuttosto lontano da Castelluccio (si vede solo una parte della piana) ed è necessario un supertele per riuscire a fare fotografie interessanti. Il discorso cambia invece di notte, quando con un bel grandangolo f/2.8 si possono realizzare scatti notevoli grazie a un buio fantastico.

  • MONTE VETTORE

    Ideale con: grandangolo, teleobiettivo
    Quando: mattino, tramonto

    Il Monte Vettore con i suoi 2.476m è il re dei Monti Sibillini ed è anche un ottimo punto per fotografare la fioritura dei campi. Grazie ai diversi sentieri presenti è possibile scegliere altezza e distanza da cui fotografare.
    I momenti perfetti per scattare sono il mattino presto e il tramonto, dove con il grandangolo non si sbaglia e con il teleobiettivo si colgono i particolari.

 

Ecco la mappa con i luoghi descritti qua sopra:

 

REGOLA FONDAMENTALE: IL RISPETTO

I campi di questa perla in mezzo ai Monti Sibillini sono magnifici ed è bello andare ad ammirarli da vicino, ma c’è sempre una regola importante da osservare: il rispetto.

Già, perché se queste incredibili fioriture sono una meraviglia della natura lo dobbiamo a tutte quelle persone del posto che lavorano duramente tutto l’anno per ottenerle. È fondamentale quindi stare fuori dai campi o, se si vuole andare più vicino, seguire le strade che ci sono tra un campo e l’altro. Mai entrare in mezzo ai fiori, calpestandoli e rovinandoli, solo per farsi una foto.

Stessa cosa per la raccolta dei fiori: da evitare assolutamente! Sono stupendi così, vivi nei campi dove sono nati e cresciuti. Facciamogli solo tante fotografie nel pieno rispetto delle regole.

CASTELLUCCIO NON SI FERMA

Alzando un attimo lo sguardo dai campi fioriti in direzione del colle che ospita il paese è impossibile non vedere tutte le macerie del terremoto del 30 ottobre 2016. Per Castelluccio è una ferita ancora aperta, che non so quando e se mai si rimarginerà.
Camminando nel centro è ancora presente la zona rossa, presidiata dai militari, e sono ancora ben visibili tutti gli edifici distrutti o lesionati che sembrano essere stati dimenticati dalle lungaggini della burocrazia. Gela il sangue nelle vene quando sei immerso in questo scenario, anche solo per qualche giorno e anche solo se sei di passaggio.

Ma Castelluccio non si ferma e offre qualcosa di ancora più bello della fioritura dei campi: la forza della comunità locale. Ho avuto occasione di parlare con alcune persone del posto e sono rimasto letteralmente incantato dalla loro voglia di riprendersi e di non arrendersi nemmeno di fronte ad una calamità naturale di queste proporzioni.

Quando finisci di scattare fermati da loro a gustare le specialità gastronomiche, scambia due chiacchiere.
Prova la birra di Antonio, assaggia i salumi di Norcia, acquista una confezione di lenticche IGP.

Inoltre puoi sostenere l’economia di Castelluccio anche da casa, acquistando online i prodotti tipici del territorio.

 

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Castelluccio di Norcia è un paradiso di colori nel cuore dell'Italia. Alba e tramonto i momenti migliori per ammirare la fioritura immersi nel silenzio e nella pace di un luogo magico. • • • • • #castellucciodinorcia #umbria #italia #fioritura #papaveri #lenticchie #tramonto #sunset #colorful #life #ourlonelyplanet #touringclub #restoinpiedi #sibillini #dream #red #camosciosibillini #italy #love #ussita #weareigersit #umbriacuoreverde #nature #mountains #discoversibillini

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33 COINCIDENZE

Spesso quando penso a certe coincidenze mi viene automatico fare dei gran giri di pensieri, che giustamente svaniscono nel nulla appena capisco che forse volo troppo in alto con la fantasia.
Ma quello che mi è successo al ritorno di questo viaggio ha davvero dell’incredibile.

Quante possibilità ci sono di svegliarsi una domenica mattina in mezzo ai Monti Sibillini, fischiettare insistentemente un brano (Thirty Three degli Smashing Pumpkins) e di trovarsi davanti qualche ora più tardi ad Ancona fuori da un bar il cantante Billy Corgan?

Zero? Beh, a me invece è capitato a causa di un numero incredibile di coincidenze legate alla prenotazione del treno di ritorno, a un pranzo mancato in stazione, a un bar che non aveva il POS funzionante, alla scelta della strada da percorrere in base all’ombra alla ricerca di un panino.

Dialogo di 30/40 secondi sul caldo e sul mare condito da un totale blackout alfabetico di fronte a un mito, ma ne è valsa la pena. Viaggio chiuso in bellezza.

 

Ne approfitto anche per segnalare, per chi fosse un particolare amante degli Smashing Pumpkins, un eBook gratuito tributo a Mellon Collie And The Infinite Sadness, favoloso doppio disco uscito nel 1995.
Un’idea del mitico Roberto Gennari a cui ho contribuito nel mio piccolo scrivendo un racconto. Potete scaricarlo direttamente dal suo blog.

Buona lettura!

30 Giugno 2020 2 commenti
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Tramonto ad Oia, Santorini
Viaggi

Oia: i 5 posti migliori dove fotografare il tramonto

di Massimiliano Donghi 16 Febbraio 2020
scritto da Massimiliano Donghi

Il tramonto, vista la sua incredibile bellezza, è chiaramente il momento più atteso della giornata a Santorini, in particolare a Oia. Non c’è un solo bipede senziente che quando il sole cala nel mare non sia lì con la macchina fotografica o uno smartphone per cogliere i giochi di luce.

Tutto è imperfetto, non c’è tramonto così bello da non poterlo essere di più.

Fernando Pessoa

Dove andare quindi a scattare? Le location dove piantare treppiede e macchina sono parecchie. Queste che vi descrivo ora sono senza ombra di dubbio le mie 5 mete preferite.

 

  • KASTRO

    È il luogo principale da dove fotografare il tramonto a Oia e, ovviamente, è anche il più frequentato. Se amate la folla questo è il posto giusto per voi, con un unico e devastante difetto: per trovare posto dovete essere lì (in bassa stagione) almeno tre quarti d’ora prima. In alta stagione, auguri.

  • KATHAROS BEACH

    Se invece come me preferite la tranquillità in questa spiaggia (con meravigliosa sabbia nera, senza sdraio, lettini e ombrelloni) avrete modo di trovarne quanta ne volete. Per raggiungerla dovrete camminare circa 20 minuti dal centro di Oia, superando anche la favolosa Ekklisia Agios Ioannis, la chiesetta isolata che potete osservare guardando verso nord dai mulini. Lo sforzo sarà ampiamente ripagato dalla magica combo tramonto&tranquillità.

  • BOAT TRIP

    Molto romantica e silenziosa, ma anche abbastanza costosa, invece è la visione del tramonto direttamente dal mare, su una delle barche che offrono questo servizio. Da qui le vostre fotografie saranno sicuramente diverse dai “soliti” scatti fatti dall’isola, ricordatevi però che se volete fare lunghe esposizioni è il posto peggiore che possiate scegliere.

  • 36°27’36.6″N 25°23’20.8″E

    Questo è il mio posto preferito. Anche qui per arrivarci dal centro ci vogliono circa 20 minuti, bisogna arrivare fino all’azienda per la fornitura di acqua e poi seguire il sentiero che porta fino al piccolo spiazzo dove posizionarsi. Potrete vedere praticamente tutta Oia e godervi un tramonto super senza intorno quasi nessuno.
    Non conoscendo il nome preciso del luogo ho messo le coordinate esatte per raggiungerlo.

  • CHIESA TIMIOS STAVROS

    Chi ha gambe e voglia di camminare può salire in uno dei punti più alti dell’isola, a metà strada tra Oia e Imerovigli. Qui infatti c’è la Chiesa Timios Stavros, segnata su Google Maps anche come Church of Panagia (da non confondere però con quella in centro Oia), da cui poter osservare un tramonto unico. Per arrivarci ci voglio tre quarti d’ora abbondanti, ma fidatevi, ne vale incredibilmente la pena. L’unica noia è quella di fare il sentiero al buio al ritorno, ma basta una torcia o la luce del telefono per evitare di spalmarsi per terra come la Nutella.

 

Vista da KastroPanorama di OiaDettagli in centroAl calar del soleI colori di SantoriniMulineggiandoMagia grecaTramonto unicoNuvole colorateSuona le campaneVista sul mare

 

LA MAPPA DI OIA

Per semplificare la ricerca ecco la mappa dove sono segnate tutte le location sopra descritte. Il modo più comodo (e spesso anche l’unico) per raggiungerle ovviamente è a piedi.

 

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Santorini è incredibile per colori, atmosfera, cibo è molto altro. L'ho ripetuto un sacco di volte, lo so, ma non mi stancherò mai di dirlo. Santorini però è anche fantastica per prendersi un attimo per stare da soli, in silenzio, lontano da tutti e godersi un tramonto che ti rimette in pace con il mondo. • • • • • #oia #santorini #greece #grecia #sea #mare #tramonto #sunset #colorful #wonderful_santorini #visitgreece #travel #love #milanstagreece #Cyclades_islands #wonderlustgreece #greecestagram #greece_lovers #igers_greece #yallerseurope #MeiCaPicture #lonelyplanet #greecelover_gr #cyclades #santorinigreece #santoriniisland #spring #bestofsantorini

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16 Febbraio 2020 0 commenti
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I colori di Oia, Santorini
Viaggi

La magia di Santorini in bassa stagione

di Massimiliano Donghi 19 Gennaio 2020
scritto da Massimiliano Donghi

Da veramente tanto tempo volevo andare in Grecia e quando mi si è presentata l’occasione “Oia” l’ho colta al volo. La Repubblica Ellenica è grande, bella, piena di isole e con un mare con dei colori per cui non hanno ancora inventato degli aggettivi qualificativi adatti per descriverli.
In particolare poi sono sempre stato attratto dai paesaggi di Santorini, frequentatissima isola di origine vulcanica dell’arcipelago delle Cicladi. Ovviamente però a me non piacciono i luoghi troppo affollati, quindi ho scelto un periodo di bassa stagione per andarci, inizio aprile.

 

COME CI SI ARRIVA?

Principalmente per via aerea, grazie al piccolo aeroporto situato circa a metà dell’isola e ai numerosi voli anche low-cost che atterrano ogni giorno. Io ho preso proprio uno di questi, partendo da Malpensa un bel sabato very early in the morning.
Una volta atterrati, fuori dall’aeroporto, ci sono dei “caratteristici” autobus che vi porteranno direttamente alla stazione centrale dei pullman di Fira, capoluogo dell’isola, che non è altro che un piccolo parcheggio all’aperto dove gli ingombranti mezzi, praticamente incastrati, a rotazione partono per le principali destinazioni guidati da dei temibili Verstappen locali.
Per chi come me ha scelto Oia come meta del viaggio ricordatevi una cosa importante: si scrive Oia ma si pronuncia “Ia“.

 

PERCHÉ SCEGLIERE OIA

Santorini è spettacolare, con diverse destinazioni, una più bella dell’altra. Ho scelto Oia come base del mio soggiorno principalmente per due motivi: è la parte più tranquilla dell’isola e ha delle location pazzesche da cui godersi un tramonto considerato tra i più belli del mondo.
Anche se è la zona più costosa di Santorini in bassa stagione, prenotando online, si trovano delle offerte veramente vantaggiose a cui è davvero impossibile rinunciare.
Sebbene spesso venga etichettata come un’isola per “fighetti”, in realtà è un posto per tutti. Infatti a seconda della zona varia anche la tipologia di turismo.

Vento in arrivoL'isola dei gattiPiazza ad OiaCampane di ImerovigliChiesaPorte nel nullaIl gatto filosofoColori golden hourCupolePanorama

 

I COLORI DI SANTORINI

Quando si parla di Santorini e colori le prime cose che vengono in mente sono le casette di calce bianca, le chiese ortodosse con le cupole azzurre e i tramonti infuocati che rendono l’isola ancora più bella. Ma questa perla delle Cicladi offre ancora di più!
Infatti nella zona sud troviamo tre spiagge che incantano con i loro colori.
Red Beach, come dice il nome, è caratterizzata dal colore rosso della sabbia vulcanica. Un vero e proprio spettacolo per gli occhi, anche sott’acqua, dove è molto piacevole fare snorkeling.
Accanto a Red Beach c’è White Beach, più piccola e più indicata per il relax, ma sempre di grande impatto visivo.
Più a est invece troviamo Perissa Black Sand Beach, dove una spiaggia di colore nero incanta la nostra vista.
Data la loro vicinanza è possibile anche visitarle tutte e tre nella stessa giornata.

 

COME SI MANGIA?

Sarà che sono di parte perché ho un debole per la cucina greca, ma a Santorini ho mangiato davvero bene. Oltre ai classici piatti ellenici come il gyros o la greek salad ho avuto modo di provare diverse specialità del posto, come le Domatokeftedes. Sono invitanti frittelline di pomodoro con menta fresca, cipolla e origano.
Ecco, i pomodori. Per chi come me è un amante di questa verdura a Santorini ne mangerete a quintali perché sono squisiti.
Per una serie di coincidenze astrali del tutto non calcolate poi sono capitato sull’isola durante la Pasqua ortodossa. Ho potuto quindi testare un numero incredibile di piatti speciali, tra cui molti dolci. In particolare mi ha stregato la Melitinia, a base di ricotta non salata (myzithra) e Mastica di Chios. Assolutamente da provare!

Essendo un territorio di natura vulcanica Santorini si è rivelata sin dall’antichità una location perfetta per la viticoltura. I vini di quest’isola sono pregiati e molto particolari; è impossibile non gustarli.
Quello che consiglio a tutti è uno dei più noti dell’isola: il Nixteri. Si tratta di un bianco secco con uvaggio 100% Assyrtiko (vitigno più famoso) e caratterizzato da un’alta gradazione alcolica, 15°. Il nome significa “notturno” in quanto l’uva veniva pigiata di notte.
Imperdibile anche il Vinsanto (stesso nome ma differente da quello toscano e umbro), vino bianco dolce con una gradazione alcolica più gentile, 9°, e uvaggio 75% Assyrtiko e 25% Aidani.
Inoltre, se come il sottoscritto amate le degustazioni e vi interessa acquisire uno 0,2% di credibilità quando parlate dei vini dell’isola, tra marzo e novembre è possibile visitare le aziende vinicole dove gli autoctoni vi racconteranno vita, morte e miracoli dei loro prodotti.

 

EllenicitàTramonto di OiaIn venditaMorning bellColori magici al mattinoPunto di vista insolitoScala a ImerovigliAttimi di gialloScorcio curioso

 

DA NON DIMENTICARE

Tra le numerose attività che si possono fare a Santorini c’è la visita al paesino Pyrgos, punto più alto dell’isola che offre un panorama super a 360°, ideale per degli scatti fotografici interessanti. Per tutti gli appassionati consiglio fortemente l’utilizzo di un obiettivo zoom, che vi permetterà di fare degli scatti davvero super. Da qui inoltre è spettacolare vedere sia l’alba che il tramonto.

Nella zona sud invece, oltre alle tre spiagge di diverso colore citate prima, una perla per cui vale la pena sacrificare qualche ora è senza dubbio il faro di Akrotiri. Non tanto per il faro in sé, che va bene, è molto carino, ma per la zona.
Sei immerso nel silenzio, con un paesaggio strepitoso davanti e il vento che porta lontano i tuoi pensieri. Semplicemente magico.

Santorini, in bassa stagione, è un luogo da non perdere!

 

 

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19 Gennaio 2020 0 commenti
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Valensole
Viaggi

Provenza, terra di colori

di Massimiliano Donghi 26 Dicembre 2019
scritto da Massimiliano Donghi

Per diversi anni uno dei miei principali leitmotiv è stato “devo assolutamente visitare la Provenza, terra di colori”. Sono sempre stato attratto da quei paesaggi incredibili che per chilometri e chilometri mostrano solo rigogliosi campi di lavanda. Tuttavia non chiedetemi perché, in quanto non saprei rispondervi, sono riuscito ad andarci solo nel 2017.
È stata un’esperienza così bella che ovviamente devo pianificare quanto prima un ritorno.

Ma facciamo un attimo rewind per raccontare com’è andato il tutto.

UN VIAGGIO DIVERSAMENTE BREVE

Potrei trovare tonnellate di aggettivi differenti per descrivere la bellezza della Provenza, magica regione del sud-est della Francia, ma riesco a trovare una sola parola per riepilogare il viaggio di andata: infinito.

Il luogo che avevo scelto di visitare era Valensole, paesino di 3.000 anime nascosto tra le colline che guardano verso le Alpi. Arrivarci non è stato semplicissimo, specialmente per chi come me ha programmato di noleggiare un’auto soltanto una volta arrivato a destinazione.

Parliamoci chiaro, la Provenza non è troppo lontana da Milano in termini di chilometri, ma non ha molti collegamenti diretti. Se come me preferite sempre usare i mezzi pubblici mettete già in conto che il viaggio non sarà breve e che spesso dovrete fare dei cambi (treni/autobus).

 

 

Magnifica vero la Provenza? Immaginate questo spettacolo di fiori e colori, unito al profumo incredibile della lavanda e alla combo sole & caldo secco. Semplicemente favoloso!

QUANDO ANDARE IN PROVENZA?

A una domanda del genere mi verrebbe automatico rispondere “sempre”, in quanto il posto è magnifico, però giustamente se si sceglie di andare per vedere i campi di lavanda in fiore il momento giusto è tra metà giugno e fine luglio.
Io sono stato a Valensole a fine giugno, periodo che ritengo perfetto in quanto sono le giornate più lunghe dell’anno e i campi sono già completamente in fiore.

Tenete conto che in questo periodo troverete in giro per i campi tantissima gente. Tutti con lo stesso intento: fotografare. Armatevi perciò di pazienza e, soprattutto, di abiti leggeri visto che è una zona caldissima.

DOVE DI PRECISO?

Come avrete ben intuito il posto che vi consiglio è Valensole, probabilmente la location più frequentata e fotografata in questa stagione. Tuttavia, se siete in macchina-moto-bicicletta, potete esplorare tutta la zona che offre decine e decine di chilometri di campi fioriti.

Ricordate sempre che essendo altissima stagione non sarà facile trovare un posto dove dormire in zona. Io ho avuto la malaugurata idea di prenotare all’ultimo e ce l’ho fatta solo grazie al provvidenziale intervento di booking.com, che ha trovato la mia sistemazione a Sainte-Tulle, classico paesino provenzale a circa 20 km da Valensole. Per evitare ricerche infinite vi consiglio naturalmente di prenotare con largo anticipo, almeno un paio di mesi prima.

CONSIGLI PER FOTOGRAFARE

Il consiglio principale che vi do è quello più “scontato”, fotografate nelle prime e nelle ultime ore di luce del giorno. Non solo per la luce del sole, che ovviamente è più bella, ma anche per una questione puramente organizzativa.
Durante la giornata infatti i campi si riempiono di persone che in preda a crisi di selfie monopolizzano il paesaggio per ore scattando sempre le stesse foto, come in uno degli scatti qua sopra. Inoltre, visto il caldo intenso, la parte centrale della giornata è meglio passarla ad esplorare i vari paesini dove tutto è a base di lavanda. Persino il gelato!

Come attrezzatura l’ideale sarebbe avere un grandangolo, perfetto per immortalare i campi colorati infiniti e con un rapporto qualità/prezzo davvero ottimo. Da non dimenticare ovviamente un buon treppiede, meglio se leggero in modo da poterlo portare in giro senza patire le pene dell’inferno.
Per chi invece vuole foto fuori dal comune l’ideale è utilizzare il drone, per avere punti di vista sempre diversi.

Il bello di ogni viaggio poi è che si impara osservando gli altri e, se c’è una cosa d’ora in poi porterò sempre in Provenza quando andrò a scattare, è uno sgabello pieghevole. Comodo, leggero ed economico, ma soprattutto fondamentale nei momenti di attesa come il tramonto.

Spero di avervi incuriosito e dato indicazioni utili per affrontare un viaggio in questa regione magnifica. Per qualunque richiesta, informazione o altro scrivetemi. A presto!

26 Dicembre 2019 1 commenti
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